Roberto Saviano e il presepe napoletano: il pastore che ama più di tutti

Il presepe, tradizione millenaria intrisa di spiritualità e arte, assume un’importanza straordinaria nella vita dei napoletani, divenendo una vera e propria icona della cultura e delle celebrazioni natalizie a Napoli.

Per i napoletani, il presepe non è semplicemente una rappresentazione della natività, ma un’affermazione tangibile della propria identità culturale e religiosa. L’arte artigianale e la maestria nel modellare figure e scenari conferiscono a ogni presepe napoletano una singolare bellezza e unicità, trasformandolo in un’autentica opera d’arte.

Il presepe napoletano va oltre l’aspetto estetico, diventando un mezzo di espressione culturale e sociale. Le rappresentazioni spesso includono scene quotidiane della vita napoletana, inserendo elementi della tradizione e della vita quotidiana nella città. Questa caratteristica unica trasmette un senso di appartenenza e nostalgia per le radici culturali.

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Il pastore preferito di Roberto Saviano

Il presepe a Napoli è un’esperienza partecipativa. Oltre a essere esposto in chiese, case e spazi pubblici, viene allestito il tradizionale “presepe vivente” in diverse località, coinvolgendo la comunità e rendendo la narrazione della natività ancora più coinvolgente.

Il presepe napoletano non è solo una decorazione natalizia, ma una forma d’arte che incarna la fede, la tradizione e l’unità sociale dei napoletani, sottolineando il significato profondo e unico che questo simbolo assume nella cultura locale. E anche coloro che vivono lontani dalla città ne sottolineano l’importanza, come Roberto Saviano.

Da bambino, nei presepi, Roberto Saviano cercava un pastore in particolare, solitamente nascosto tra i sugheri. Il personaggio in particolare è diventato uno dei protagonisti del presepe napoletano, proveniente direttamente dalla tradizione catalana.

Anni fa, Saviano pubblicò una foto di questo personaggio, turbando alcuni puristi, e oggi la ripropone come augurio. Si tratta infatti di un pastore che esegue i suoi bisogni fisiologici in bella vista. Il gesto fisiologico del personaggio, per Saviano, non rappresenta uno sfregio alla Nascita, ma piuttosto un bisogno inevitabile.

Il caganer simbolizza il miracolo della vita che si svela nella quotidianità, durante momenti di distrazione, mentre si soddisfano bisogni e si adempiono doveri. Questa peculiarità costituisce la straordinaria bellezza del presepe napoletano: i miracoli non aspettano di essere celebrati, ma si manifestano nel trambusto della vita, sulle strade dissestate, tra le voci dei mercanti, il gioco dei bambini e il trotto dei cavalli.

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Il presepe napoletano, attraverso il suo racconto, sostiene che i nuovi inizi, compreso l’arrivo del Dio bambino, non richiedono proclamazioni solenni, ma emergono nel corso ordinario della vita, mentre tutti sono immersi nelle attività di tutti i giorni.

In questo caos vivace, il presepe napoletano invita a individuare il miracolo, a scoprire la bellezza celata tra gli aspetti ordinari della routine.