“Collina dei broccoli”, perché il Vomero veniva chiamato così

Il quartiere del Vomero a Napoli, noto per la sua vivacità e complessità, racchiude una storia affascinante, tra origini contadine e trasformazioni urbane. Il suo nome, derivante dal gioco del “vomere,” rivela un passato in cui i contadini tracciavano solchi con l’aratro nei giorni di festa.

Inizialmente era una zona rurale, ma poi ha subito una metamorfosi nel corso dei secoli. Sin dall’epoca romana, quando la collina era chiamata Paturcium, la sua destinazione cambiò con gli Angioini, diventando un luogo strategico e popolato soprattutto con la costruzione del Chiostro Certosino nel 1325.

Perché il Vomero veniva chiamato così

Il Vomero, celebre per la coltivazione di broccoli. Un vezzo scherzoso li definisce “si nu ‘vruoccolo“. L’attuale denominazione, risalente al tardo Cinquecento, sembra derivare dal “vomere,” un gioco coltivato dai contadini in giorni di festa. Questo intrattenimento coinvolgeva la tracciatura del solco più diritto con l’aratro e molti napoletani scendevano in collina per assistere a questo spettacolo. La forte connessione con la terra e la ricca produzione di verdure guadagnarono al Vomero il curioso soprannome di “Collina dei broccoli,” un omaggio alla sua ricchezza agricola.

Durante il dominio normanno e svevo, Napoli vide un aumento demografico significativo sotto gli Aragonesi e gli spagnoli. Il Vomero divenne rifugio durante la peste del 1656 e, nel Settecento, la nobiltà iniziò a costruire seconde case sulla collina, dando il via a una tendenza che si intensificò nel corso del tempo.

IL Vomero divenne un quartiere residenziale

L’urbanizzazione vera e propria del Vomero iniziò nel 1885, quando fu progettato il “Nuovo Rione” nel contesto della legge per il Risanamento di Napoli. Con la sua inaugurazione nel 1889, il Vomero divenne un quartiere residenziale per le classi alto-borghesi, caratterizzato da sontuose ville in stile Liberty. La fusione tra la città e il Vomero si completò nel Novecento.

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Con l’apertura delle funicolari e il miglioramento dei collegamenti, il Vomero si sviluppò ulteriormente nel XX secolo, abbandonando il suo isolamento e diventando una parte integrante di Napoli. Tuttavia, l’urbanizzazione massiccia degli anni ’60 trasformò il volto del quartiere, sostituendo le architetture eleganti con edifici in cemento armato.

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Nonostante le trasformazioni, il Vomero conserva tracce della sua storia, dalle strade asfaltate agli eleganti caffè, dalle chiese storiche ai centri sportivi. Il quartiere, ora medio-borghese, ha subito cambiamenti, ma la sua storia e il suo carattere unici persistono, testimoniando la continua evoluzione della vivace Napoli.