Il Palazzo Reale di Napoli è uno dei luoghi di maggiore interesse storico della città; situato in Piazza del Plebiscito, l’intero complesso comprende i giardini e anche il Teatro San Carlo.
È stato costruito a partire dal 1600 e per raggiungere l’assetto attuale sono stati impiegati oltre 200 anni. Molteplici gli architetti che hanno firmato il progetto e tra i più importanti ricordiamo Domenico Fontana, Gaetano Genovese, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Sanfelice.
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Palazzo Reale, ecco chi lo abitò in passato
Una delle domande più gettonate circa il Palazzo riguarda le famiglie immobiliari che mi hanno abitato; è stata la residenza dei viceré spagnoli e successivamente austriaci dal XVII secolo fino al 1734. Mentre, in seguito è stato invitato dai Borboni dal 1734 fino al 1860 e in ultimo dai Savoia.
Per quanto riguarda gli aspetti salienti della sua costruzione, il progetto venne affidato all’architetto Fontana che era considerato uno dei massimi esponenti in tutta Europa e aveva anche il ruolo di ingegnere del Regno. Decise di dare al palazzo un’impronta rinascimentale, costruendo un grande cortile centrale ed una loggia interna.
Con la conquista di Napoli da parte di Carlo di Borbone, il re decise di ampliare i lavori del palazzo utilizzando la residenza come dimora reale e opto per dei lavori di restauro e di riqualificazione degli spazi già presenti. Fu proprio in questa circostanza che vide la luce l’Appartamento per i Reali Principi.
Mentre durante il trono di Ferdinando I delle Due Sicilie, venne realizzata anche la Gran Sala e per le sue nozze l’ambiente denominato teatrino di corte. Con il terribile incendio del 1837, in collaborazione con l’architetto Gaetano Genovese, il re ordinò un nuovo restauro – rendendo il palazzo molto più affine allo stile neoclassico.
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Come accennato precedentemente, nel 1919 il palazzo venne ceduto dall’allora Vittorio Emanuele III di Savoia al demanio dello Stato italiano. Da quel momento in poi il Palazzo ospita un importante museale ed è anche la sede della biblioteca nazionale.
All’interno di quest’ultima sono conservati all’incirca 1.500.000 volumi a stampa, 320.000 opuscoli e 18.000 manoscritti. Parlando in termini di quantità, questi dati consentono alla biblioteca di essere la terza per importanza in Italia dopo quella di Roma e di Firenze.
La biblioteca è stata istituita nel XVIII secolo e oggi è la sede del Museo Archeologico; sono conservate importanti raccolte provenienti da tutto il mondo come ad esempio manoscritti autografi di Giacomo Leopardi e papiri rinvenuti durante gli scavi di Pompei ed Ercolano.