Cos’era prima il Teatro Augusteo: aveva un’altra funzione

Scoprire i meravigliosi angoli del Teatro Augusteo a Napoli è un compito forse impensabile per un napoletano. Situato nella storica piazzetta Duca d’Aosta, tra via Toledo e il Vomero, il teatro ha rappresentato uno scenario antico per innumerevoli spettacoli dal decennio del 1920 fino ai giorni attuali. E’ essenziale non trascurare l’importanza dell’Augusteo nel panorama artistico napoletano.

Che funzione aveva il Teatro Agusteo

Il Teatro Augusteo trova le sue radici negli anni ’20, precisamente tra il 1926 e il 1929, quando Napoli, uscita dalla Prima Guerra Mondiale, sperimentava un notevole sviluppo edilizio. La necessità di collegare la collina del Vomero al centro cittadino attraverso una funicolare ha portato all’abbattimento di una parte di Palazzo Boerio e trasformato in un teatro e sala da ballo nel XIX secolo dall’architetto Luigi Vanvitelli. Un progetto più ampio di ricostruzione post-bellica. Progettato dall‘architetto Arnaldo Foschini e dall’ingegnere Gioacchino Luigi Mellucci, con la collaborazione dell’ingegnere Pier Luigi Nervi, il teatro ha rappresentato la prima opera in cemento armato di Nervi.

Questa struttura circolare di 30 metri di diametro, caratterizzata da un soffitto apribile unico e una scala mobile d’epoca, ha subito un processo di riscoperta durante i lavori di ristrutturazione degli anni ’90, curati da Pippo Caccavale. Essendo il cinema ancora muto; rivelò subito di avere una struttura destinata alla musica, secondo la studiata realizzazione architettonica. Inizialmente, il teatro ha accolto artisti del calibro di Tito Schipa, Giovanni Martinelli e Beniamino Gigli, consolidando la sua posizione nel panorama artistico napoletano.

La ristrutturazione negli anni ’50

Nel gennaio del ’30 all’Augusteo fu proiettato il primo sonoro. Le “estive” presentarono concerti, balletti, fino alla Piedigrotta in cui le case editrici presentavano la nuova produzione di musica leggera e che divennero un’abitudine storica per la città. Divenuto ormai un teatro famoso, l’Augusteo ospitò la grande Joséphine Baker con il balletto del Casino di Parigi, le riviste, la prosa e Totò, a cui si aggiunse Ernesto Murolo.

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Il teatro Augusteo, chiuso durante la seconda guerra mondiale (fu aperto un ricovero nella piazzetta). Riaprì con gli “alleati” nel ’45 come club della Croce Rossa.Tuttavia, durante gli anni ’50, il teatro ha subito una radicale ristrutturazione in chiave moderna, seguita dalla chiusura negli anni ’80. L’intervento salvifico di Francesco Caccavale negli anni ’90 ha riportato in vita il Teatro Augusteo, proteggendolo dall’ipotesi di essere trasformato in un supermercato.

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L’amore, la tenacia e la dedizione di coloro che amano la cultura napoletana hanno preservato questo gioiello artistico, assicurando che il Teatro Augusteo continuasse a brillare nel cuore della scena culturale partenopea.