Discorso qualificazione rimandato al ritorno, col Barca è 1-1

In campo, prima di tutto, per onorare la maglia e non passare per delle meteore. Poco prima e quasi subito dopo la pandemia sono i due precedenti tra Napoli e Barcellona. Due squadre che hanno in comune il fattore più famoso della storia del calcio. Con la differenza che Diego in Spagna trovò il disagio di doversene liberare, mentre a Napoli Maradona conquistò la gloria eterna, ritrovandosi anche intestato lo stadio del club.

Napoli-Barca sta diventando quasi un Clasico del calcio europeo. Si ritrovano contro per la terza volta in quattro annate: una in Europa League e in due occasioni in Champions League. Con Barcellona il Napoli fino a questo momento ha avuto poca fortuna. Come quasi sempre con squadre spagnole. I catalani hanno eliminato il Napoli sia in Champions, sempre agli ottavi, che in Europa League, con Gattuso in panchina, nel sedicesimo in cui Zielinski illuse i partenopei col gol del momentaneo vantaggio in trasferta prima che i blaugrana imponessero la maggiore caratura tecnica.

E per tre volte su tre il Napoli ha un allenatore diverso. L’ultima volta c’era Spalletti, che a pronunciarlo adesso fa sempre più impressione. Era al suo primo anno, quello della preparazione alla storia. Prima c’era Spalletti, adesso c’è Ciccio Calzona. In mezzo uno sgretolamento a cui solo un’impresa di questo tipo potrebbe restituire il giusto merito.

L’ex secondo di Sarri e poi collaboratore di Luciano arriva a rimpiazzare l’inefficacia di Mazzarri con il suo bagaglio tecnico silenzioso, di chi in passato ha lavorato nell’ombra da fine suggeritore a chi ha sfiorato e a chi ha raggiunto un trionfo atteso trentatré anni. Non tutti sanno che dietro il bel gioco ai tempi del sarrismo prima e di Spalletti poi c’è stata anche la mano del mister calabrese, nonché commissario tecnico della nazionale slovacca.

Il Barcellona è attualmente terzo nel campionato spagnolo, ma i catalani sembrano pronti al sorpasso sul Girona che ha smesso di essere la squadra delle meraviglie della prima parte di Liga. Gli 8 punti dal Real sono tanti, ma la distanza dalla vetta non autorizza ad avanzare ipotesi stravaganti.

Qualcuno dice che il Barcellona è in crisi. E che non è lo stesso. Gli spagnoli hanno vinto il girone di Champions e nelle ultime uscite di campionato sembrano aver recuperato la brillantezza di chi saprà giocarsi le sue carte per arrivare fino in fondo. Dunque, guai ad abbassare la guardia.

Il tasso tecnico dei catalani è molto alto. Il nuovo allenatore del Napoli si ritrova catapultato in un debutto da primo in una gara che non è proprio tra quelle più banali. Più che di un suo intervento tecnico, di fatto, ci si può aspettare soltanto una reazione ad hoc della squadra.

La reazione arriva. Anche l’atteggiamento delle curve palesano uno slancio vitale. Dal “meritiamo di più” arrivato dopo l’1-1 col Genoa di sabato, agli applausi convinti al triplice fischio pochi minuti fa. Effetto Calzona o meno, quest’altro 1-1 contro il Barcellona in Champions League restituisce ai napoletani una squadra che ha chiuso in crescendo, che ha saputo reagire al gol ospite e poi ha cercato anche di chiudere una rimonta, rischiando all’ultimo secondo di recupero anche di uscire con le ossa rotte.

A Barcellona sarà dura, ma tutto è ancora aperto.Termina dunque in parità l’andata degli ottavi di finale. A segno i grandi bomber, Lewandowski e Osimhen in una partita molto equilibrata. Il polacco porta avanti i blaugrana con una zampata da fuoriclasse, i partenopei rispondono al 75′ con il rientrante Victor Osimhen, che non giocava con il Napoli dal 23 dicembre.

Pagelle Napoli-Barcellona: Osimhen e Meret rialzano gli azzurri. Tutto rinviato al Camp Nou

Spagnoli molto aggressivi in avvio, hanno poi concesso campo e occasioni ai partenopei, che con il passare dei minuti hanno preso fiducia e nel finale pure sognato la rimonta. Ottimo inizio per Calzona anche se a Montjuic servirà un’impresa. Da Napoli, quello che tanto ha fatto strizzare gli occhi degli appassionati la scorsa stagione.