Una scossa di terremoto di magnitudo 3 ha fatto tremare la terra alle 19:08 dell’11 marzo nei dintorni del Vesuvio, zona densamente popolata. L’epicentro, individuato dall’INGV, si è localizzato alle pendici del vulcano, con una profondità di 2,9 chilometri, rendendo il sisma nettamente avvertibile nonostante la sua bassa intensità.
La popolazione è stata colta dalla paura, e in alcuni casi si è riversata in strada. Numerose testimonianze raccontano di un forte boato e del movimento di mobili e oggetti in casa. Nonostante l’allarme, al momento non sono stati segnalati danni.
I comuni più vicini all’epicentro includono Massa di Somma, Pollena Trocchia, San Sebastiano al Vesuvio e Sant’Anastasia, distanti appena 2 chilometri dalla zona interessata. La vicinanza dell’epicentro a queste aree densamente abitate ha contribuito ad aumentare la percezione della scossa tra la popolazione.
Eruzione del Vesuvio, il nuovo piano di evacuazione
La recente scossa di terremoto con epicentro sul Vesuvio e l’attività bradisismica dei Campi Flegrei sollevano nuovamente la questione dei piani di evacuazione e dei gemellaggi con altre regioni d’Italia. Questi piani prevedono la possibilità di evacuare oltre un milione e 100mila persone nell’area vesuviana e circa 500mila nei Campi Flegrei.
Il deputato Alessandro Caramiello ha manifestato preoccupazione riguardo a questo tema, annunciando che l’Intergruppo Sud sta elaborando un piano per contrastare la “deportazione” degli abitanti del Vesuviano al Nord. Caramiello sostiene che evacuare centinaia di migliaia di persone dalle zone vesuviane e spostarle al Nord è impraticabile e dispersivo.
Attualmente, secondo Caramiello, 600mila cittadini dell’area vesuviana sarebbero destinati a essere “deportati” per la maggior parte verso la parte alta dell’Italia.
L’obiettivo dell’Intergruppo è invece quello di ripopolare le aree interne della Campania, come il beneventano, l’avellinese, il casertano e il salernitano, tramite il “Progetto Vesuvio” della Fondazione Convivenza Vesuvio, che esiste da 15 anni e sarà proposto come legge.
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Per questo, è stata fondata la Commissione Speciale Rischio Vesuvio, coordinata dal dr. Vincenzo Coronato, che si batte per garantire che i vesuviani rimangano in Campania con un piano dettagliato.
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Caramiello invita i media a seguire le attività dell’Intergruppo e della Commissione Speciale, poiché con il sostegno delle comunità locali e delle istituzioni, si spera di raggiungere l’obiettivo di mantenere la popolazione nella regione.