I social network, pur offrendo numerosi vantaggi in termini di connessione e condivisione di informazioni, spesso forniscono anche un palcoscenico pericoloso per individui devianti e attività criminali. Queste piattaforme digitali permettono a persone pericolose di mostrare pubblicamente atteggiamenti da fuorilegge, facendo propaganda alle proprie attività illegali e reclutando nuovi membri per le proprie organizzazioni.
Uno dei rischi principali è la diffusione di contenuti violenti, illegali o dannosi che possono influenzare negativamente gli utenti, soprattutto i più giovani. Alcuni individui o gruppi criminali utilizzano i social network per promuovere la loro associazione criminale, mostrando armi, droghe e soldi, al fine di aumentare la loro reputazione all’interno della comunità criminale.
Attraverso messaggi persuasivi e manipolativi, i criminali possono cercare di coinvolgere individui vulnerabili, offrendo loro l’opportunità di partecipare a attività illegali in cambio di ricompense o status all’interno del gruppo.
Il procuratore attacca TikTok
In alcuni casi, i social network vengono anche utilizzati per lanciare minacce o messaggi intimidatori agli avversari o alle autorità. Questo comportamento non solo alimenta la violenza e l’instabilità, ma può anche creare un clima di paura e insicurezza nella società.
La presenza di individui pericolosi e attività criminali sui social network solleva importanti questioni di sicurezza e protezione online. È fondamentale che le piattaforme sociali implementino misure efficaci per monitorare e rimuovere questi contenuti, collaborando strettamente con le autorità competenti per prevenire e contrastare attività criminali online.
Inoltre, è importante educare gli utenti sui rischi associati all’utilizzo dei social network e promuovere comportamenti responsabili online per garantire un ambiente digitale sicuro e protetto per tutti.
Nicola Gratteri ha lanciato un allarme su TikTok, definendolo “la vetrina delle mafie“. Secondo il procuratore, le mafie utilizzano questa piattaforma per esibire ricchezza, lusso e successo, presentandosi come modelli da seguire per i giovani.
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Gratteri sottolinea che i mafiosi sfruttano i social media per mostrare arroganza e inviare messaggi emulativi, coinvolgendo i giovani non strutturati e convincendoli che questo sia il loro futuro.
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Oltre a TikTok, anche Facebook viene utilizzato per diffondere clip e messaggi che fungono da codice tra le varie cosche criminali. Gratteri evidenzia che questo fenomeno non è limitato solo ai social media, ma si riscontra anche attraverso generi musicali come il neomelodico e il rap.