Castello delle Cerimonie, anche il Times sulla confisca de La Sonrisa

La recente confisca dell’hotel ristorante La Sonrisa, noto per essere la location del famoso reality show italiano “Il Castello delle Cerimonie”, ha suscitato un notevole interesse anche a livello internazionale.

La notizia ha attirato l’attenzione del quotidiano britannico The Times, che ha dedicato un approfondimento alla vicenda, facendo eco alla fama della struttura e alla sua rilevanza culturale sia in Italia che nel Regno Unito. La Sonrisa, situata a Sant’Antonio Abate, è diventata famosa grazie al reality che racconta l’organizzazione di matrimoni opulenti e sfarzosi, trasmesso in Italia da Real Time e nel Regno Unito con il titolo “My Crazy Italian Wedding” su TLC.

Il corrispondente di The Times, Tom Kington, ha visitato di persona la struttura per documentare la situazione attuale e il futuro del castello, che ora rischia la chiusura definitiva a seguito della sentenza di confisca emessa dalla Corte di Cassazione italiana. La sentenza, che riguarda un’accusa di lottizzazione abusiva, ha messo in pericolo non solo l’attività del ristorante, ma anche il futuro del reality show e dell’intero indotto legato alla struttura.

Il futuro del Castello rischia la chiusura

Il giornalista britannico ha descritto La Sonrisa come un luogo dove l’esagerazione e l’opulenza regnano sovrani, evidenziando come l’atmosfera dorata e scintillante della location, tra statue di delfini e colombe pronte a volare, sia talmente eccentrica da rendere “triste Disneyland” in confronto. La Sonrisa è stata definita, in tono ironico, “la Las Vegas di Napoli“, un titolo che sottolinea il carattere kitsch e spettacolare del luogo.

L’articolo di The Times non si è limitato a una descrizione estetica della struttura, ma ha anche raccolto le testimonianze di Imma Polese, figlia del defunto Antonio Polese, conosciuto come “don Antonio”, storico proprietario della struttura. Imma Polese, insieme al marito Matteo Giordano, ha portato avanti l’eredità del padre, gestendo l’attività e mantenendo viva la tradizione dei matrimoni sontuosi che hanno reso famosa La Sonrisa. Nel loro intervento, hanno sottolineato il ruolo del castello come un luogo in cui la gente comune può vivere il sogno di essere “re per un giorno”, grazie alla fastosità e all’esclusività delle cerimonie organizzate.

Nonostante la notorietà della location e il suo impatto sull’industria del wedding, la vicenda giudiziaria che ha coinvolto La Sonrisa è stata lunga e complessa. La confisca della struttura è arrivata dopo anni di battaglie legali, legate all’accusa di lottizzazione abusiva, una pratica illegale che consiste nella divisione di terreni in lotti edificabili senza i necessari permessi urbanistici. La Corte di Cassazione ha recentemente confermato la sentenza, anche se non ha ancora pubblicato le motivazioni ufficiali.

La situazione che mette a rischio i posti di lavoro

Di fronte a questa situazione, l’avvocato di Polese e Giordano, Vincenzo Maiello, ha annunciato l’intenzione di presentare un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), cercando di ribaltare la decisione che mette a rischio non solo l’attività commerciale, ma anche i posti di lavoro delle centinaia di persone impiegate nel settore.

Nel frattempo, la sindaca di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, ha deciso di avviare le pratiche per la confisca definitiva della struttura, una mossa che potrebbe segnare la fine di un’epoca per i cosiddetti “matrimoni napoletani”, resi famosi proprio dal reality televisivo. Il futuro del programma “Il Castello delle Cerimonie” è ora incerto, con episodi già registrati che garantiranno la messa in onda fino a dicembre 2024, ma oltre questa data non è chiaro se lo show potrà continuare, né quale sarà il destino di coloro che dipendono dal successo della trasmissione per il loro lavoro.

La chiusura di La Sonrisa rappresenterebbe una perdita significativa non solo per gli appassionati del reality show, ma anche per l’economia locale, dato che l’attività ha creato un indotto significativo che ha dato lavoro a numerosi professionisti, dai camerieri ai cuochi, dai fioristi agli organizzatori di eventi. La Sonrisa non era solo un’attrazione turistica, ma un simbolo della cultura dei matrimoni sfarzosi, che mescolava tradizione e spettacolo in un contesto tipicamente italiano.