L’influencer Michelle Comi, nota per la sua presenza su OnlyFans e per le affermazioni provocatorie, è al centro di una nuova polemica per i commenti che ha rilasciato su Napoli durante un’intervista a Giuseppe Cruciani nel programma radiofonico La Zanzara.
Paragonando la città partenopea al Burundi, Comi ha espresso giudizi che molti hanno interpretato come razzisti, alimentando dibattiti e indignazione sui social media. Comi ha dichiarato: “Napoli come il Burundi? Non ho parlato male, ho detto semplicemente la verità”, sostenendo che la città non sarebbe “civilizzata” e che i suoi abitanti avrebbero “usanze barbare” e “arretrate”.
Ha aggiunto che non si sentirebbe sicura a girare per Napoli, convinta che rischierebbe di subire furti. Queste parole hanno suscitato critiche particolarmente forti, specialmente perché l’influencer non ha mai visitato Napoli, e quindi basa le sue opinioni su pregiudizi infondati. L’immagine che Comi descrive della città sembra essere una caricatura negativa, probabilmente influenzata da luoghi comuni piuttosto che da un’esperienza reale.
Le dichiarazioni dell’influencer toccano anche gli aspetti culturali e linguistici
Le dichiarazioni di Comi non si limitano alla sicurezza, ma toccano anche aspetti culturali e linguistici. Ha affermato di non essere sicura di riuscire a comunicare con i napoletani, come se la differenza dialettale rappresentasse una barriera insormontabile. Questo stereotipo ha avuto una vasta eco, ma diversi utenti sui social hanno sottolineato l’inesattezza delle affermazioni della influencer. Napoli è una città con una lunga storia di integrazione e innovazione, e alcune zone della sua provincia, come Bacoli, eccellono addirittura nella raccolta differenziata, rappresentando un esempio virtuoso per il resto del Paese.
Inoltre, analizzando le statistiche nazionali, emergono dati che contraddicono la percezione della criminalità a Napoli descritta da Comi. Secondo le ultime rilevazioni, città come Milano, luogo di residenza dell’influencer, si posizionano ai primi posti per i reati registrati, inclusi furti e rapine. Al contrario, Napoli non figura nemmeno nella top ten delle città italiane per tasso di criminalità.
Questo contrasta fortemente con l’immagine che Comi dipinge, dimostrando come certe opinioni siano spesso radicate in stereotipi superati (qui invece potrete leggere le ultime notizie che riguardano Barbara D’Urso).
La sua idea sull’emancipazione femminile
Michelle Comi, non nuova a uscite discutibili, si è fatta conoscere per posizioni conservatrici e controverse riguardo l’emancipazione femminile e il ruolo delle donne nella società. Ha più volte espresso scetticismo riguardo all’istruzione per le ragazze, definendola inutile e sostenendo che l’aspetto fisico possa essere sufficiente per ottenere benefici e stabilità. Ha anche dichiarato che una donna dovrebbe essere mantenuta dall’uomo, arrivando a suggerire che il voto femminile non sia necessario. Questi punti di vista hanno fatto discutere, soprattutto perché sembrano essere in netto contrasto con i progressi sociali degli ultimi decenni.
Critiche simili sono state espresse da un’altra influencer, Giulia Salemi, che aveva lamentato una crescente insicurezza a Milano. Secondo Salemi, camminare per strada nella città lombarda può risultare altrettanto problematico, e il suo racconto conferma come la criminalità e i disagi non siano esclusivi di una singola città. In questo contesto, le affermazioni di Comi rischiano di rafforzare pregiudizi dannosi e non riflettono la realtà diversificata e complessa delle città italiane.
Molti si sono chiesti come un’influencer, che fa leva sulla propria visibilità, possa utilizzare tale piattaforma per diffondere opinioni così fortemente divisive. Le parole di Comi non solo insultano una città e i suoi abitanti, ma si inseriscono in un quadro più ampio di stereotipi che danneggiano il tessuto sociale del Paese, ignorando le realtà culturali e storiche che rendono l’Italia così variegata e unica.