La provincia di Napoli ha registrato un peggioramento preoccupante nella classifica “Ecosistema Urbano” di Legambiente, attestandosi al 103° posto su 106 province italiane.
Questo rapporto annuale, stilato in collaborazione con Ambiente Italia, valuta le prestazioni ambientali delle città italiane in base a numerosi indicatori e dipinge un quadro decisamente negativo per la città partenopea, che ha visto un progressivo arretramento dalla 97ma posizione nel 2022 alla 98ma nel 2023, fino all’attuale classifica del 2024.
La classifica si basa su un’analisi di 20 parametri, che includono vari aspetti legati alla sostenibilità ambientale, come la qualità dell’aria, il verde urbano, l’uso efficiente del suolo, la raccolta differenziata e i consumi idrici. I dati utilizzati sono quelli comunali del 2023, con alcune eccezioni, tra cui il verde urbano (aggiornato al 2022), il numero di veicoli privati e gli incidenti stradali (dati ACI e Istat del 2023 e 2022 rispettivamente), e le rilevazioni della qualità dell’aria basate sul rapporto Mal’Aria di Arpa regionale del 2023.
I 20 parametri su cui si basa la classifica
Nella classifica del 2024, è Reggio Emilia a guidare la graduatoria con un punteggio di 80,66, seguita da Trento (78,70) e Parma (76,64). Napoli, invece, si colloca in una posizione molto critica con soli 33,2 punti, facendo peggio rispetto alla media nazionale e addirittura posizionandosi quasi al fondo della classifica. Anche le altre province campane non brillano particolarmente: Benevento è la prima a comparire al 60° posto, seguita da Avellino (66°) e Salerno (88°), evidenziando una situazione regionale complessivamente difficile in termini di sostenibilità ambientale.
Uno degli aspetti più problematici per Napoli è la qualità dell’aria, che ha subito un ulteriore peggioramento, ma non è l’unico elemento critico. Anche i consumi idrici mostrano un trend negativo, accompagnato da una significativa dispersione delle risorse idriche nella rete cittadina. Nonostante la crescente consapevolezza ambientale, la raccolta differenziata resta insufficiente, evidenziando l’inefficienza di una gestione dei rifiuti che non riesce a raggiungere standard accettabili (qui vi abbiamo parlato di un altro triste primato che riguarda la città di Napoli).
La mobilità e le aree verdi
Un altro problema evidente è rappresentato dalla mobilità. L’offerta di trasporto pubblico è ancora carente e registra un peggioramento rispetto agli anni precedenti, mentre l’adozione di alternative di trasporto sostenibili, come le piste ciclabili e le isole pedonali, è notevolmente bassa. Napoli è infatti al 101° posto a livello nazionale per la presenza di piste ciclabili e mostra un ritardo significativo rispetto ad altre città italiane. Anche la disponibilità di aree verdi e alberi per abitante è limitata, sottolineando una scarsa attenzione al benessere urbano e alla vivibilità.
La metodologia utilizzata per stilare la classifica prevede l’assegnazione di un punteggio variabile da 0 a 100 per ciascun indicatore, che poi viene ponderato. Il settore della mobilità pesa per il 24% dell’indice totale, seguito dalla qualità dell’aria (19%), dalla gestione dei rifiuti e delle risorse idriche (entrambi al 18%), dall’ambiente urbano (16%) e dall’energia solare pubblica (5%). Inoltre, una parte del punteggio complessivo è riservata alle città che mostrano impegno in politiche innovative.
Guardando al futuro, il rapporto “Ecosistema Urbano” prevede di aggiungere nuovi parametri per tenere conto dell’impatto degli eventi climatici estremi, che stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante nelle dinamiche ambientali delle città italiane. La situazione di Napoli rappresenta un segnale d’allarme per le istituzioni locali, chiamate a promuovere azioni concrete per migliorare la qualità della vita e la sostenibilità ambientale.