l Chicchirichì, snack tradizionali dalle origini misteriose, hanno conquistato con il loro sapore unico e la fragranza inconfondibile intere generazioni. Oggi in pochi li ricordano, ma possiamo dire che stato anche a Napoli un simbolo di convivialità e gusto che ha raccontato storie del passato.
C’è un momento magico, quando scartiamo un dolce e il suo profumo invade la stanza: è come se un interruttore scattasse e, all’improvviso, ci ritrovassimo indietro nel tempo. Siamo di nuovi bambini, seduti al tavolo della cucina, con i nostri genitori accanto. Per chi è cresciuto negli anni ’80 e ’90, alcuni dolci anche a Napoli non sono stati solo dessert: si tratta di pezzi di vita. Tra questi, il Chicchirichì occupa un posto speciale, capace di far riaffiorare ricordi che sanno di semplicità, di risate e di condivisione.
Se c’è un dolce che ha accompagnato l‘infanzia di tanti napoletani, è il Chicchirichì . Non lo troverai nei menu delle pasticcerie di lusso, e forse nemmeno nei ricettari gourmet, ma chiunque abbia vissuto quegli anni lo riconosce al primo morso. Questo piccolo cilindro di cialda, zucchero, albume e cioccolato era il protagonista indiscusso delle merende casalinghe. Bastava aprire la confezione, sentirne l’odore dolce e leggermente tostato, e il pomeriggio si colorava subito di allegria.
Erano gli anni in cui si tornava a casa da scuola, lo zaino gettato sul pavimento, e mamma aveva già pronto il Chicchirichì, magari accompagnato da un bicchiere di latte caldo o da una tazza di tè. Era un dolce semplice, economico, ma che sapeva dare il massimo. E poi c’era quella pubblicità che spopolava in TV: un jingle accattivante che faceva sorridere anche i più piccoli e che ha reso il nome Chicchirichì immortale.
I Chicchirichì sono i dolci che ci riportano indietro nel tempo
Gli anni ’80 e ’90 erano un’epoca diversa. Le giornate erano scandite da piccoli rituali che oggi sembrano quasi perduti. Non c’erano smartphone a distrarci, e il tempo trascorso con i genitori era prezioso, fatto di piccole cose: una partita a carte, un cartone animato guardato insieme, o un dolce condiviso con semplicità. I Chicchirichì e le Teste di Moro erano i dolci che accompagnavano quei momenti, regalando un attimo di dolcezza che sembrava fatto apposta per rendere ogni giornata un po’ più speciale.
Chi non ricorda le merende davanti alla TV, con i cartoni animati di un pomeriggio qualunque? Oppure quelle visite ai nonni, dove si trovava ospitato con un vassoio pieno di dolci. Bastava una fetta di quel dolce per sentirsi coccolati, avvolti da un abbraccio di sapori che sembrava dire: “Benvenuto, sei a casa”.
Non si tratta solo di sapori, ma di ciò che quei sapori rappresentano. Chicchirichì è il dolce che ci racconta chi eravamo, ci riportano a un’epoca in cui tutto sembrava più leggero. Sono i dolci che abbiamo mangiato con i nostri genitori, con i nonni, con gli amici di scuola durante una festa di compleanno. E sono anche il modo in cui, ancora oggi, possiamo sentirci vicini a loro, anche se il tempo ci ha portato lontano.
C’è una bellezza indescrivibile nel ritrovare questo dolce sugli scaffali o nei vassoi delle pasticcerie. Ogni volta che lo vediamo, ci sembra di risentire le voci delle persone che amavamo, di rivivere i momenti che abbiamo custodito nel cuore. Perché i dolci non sono solo cibo, sono memoria, sono storie. E quelle storie, per chi ha vissuto quegli anni, hanno un sapore preciso: il sapore del Chicchirichì.
Oggi, in un mondo che corre veloce, fermarsi a gustare un dolce può sembrare un lusso. Eppure, non c’è niente di più prezioso che prendersi un momento per ritrovare quei sapori che ci riportano indietro nel tempo. Chicchirichì non è solo un dolce: è un biglietto di sola andata per un’epoca in cui tutto era più semplice, un’occasione per tornare bambini, anche solo per un attimo.