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‘A puteca: da dove deriva questo famoso termine napoletano

La parola “puteca” è uno dei tanti termini napoletani che fanno parte del nostro linguaggio quotidiano, ma spesso non ci soffermiamo a considerarne l’origine, che risale a tempi antichi.

In italiano, corrisponde a “bottega” o “negozio“, comunemente riferendosi a una classica salumeria, ma può estendersi a indicare in generale un’attività commerciale.

Secondo uno studio condotto dal professor Luigi Casale, il termine “puteca” ha radici nel latino “apotheca“, che a sua volta deriva dal greco “apothéke”.

Questo verbo è formato da “apò” (da parte) e “tithemi” (porre), indicando quindi un luogo deputato a conservare qualcosa.

Un esempio analogo lo troviamo nelle parole italiane come “biblioteca”, “discoteca” o “enoteca”, dove il suffisso “-teca” indica la conservazione di qualcosa.

Così, “puteca” indica un locale destinato alla custodia di beni. Si può notare quanto sottile sia la variazione di significato nel corso del tempo, dal termine originale fino a oggi.

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“A puteca”, altri significati collegati al celebre termine napoletano

Associata alla “puteca” è la figura del “putecaro“, il negoziante che spesso diventa una figura familiare, vista quotidianamente per l’acquisto dei generi alimentari necessari.

Secondo un antico rito, il “putecaro” forniva a Natale un “canisto”, un cesto pieno di generi alimentari, versando pochi soldi ogni settimana per tutto l’anno.

Pare che questa pratica sia ancora in uso in alcuni quartieri o paesi. Inoltre, è comune l’uso del diminutivo “putechella” per indicare un piccolo negozio.

L’espressione “fare casa ‘e puteca” indica un ambiente unico destinato a scopi residenziali e commerciali.

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Questa pratica era comune durante il periodo della dominazione spagnola, quando era vietato costruire al di fuori delle mura cittadine.

I napoletani, pertanto, utilizzavano qualsiasi locale disponibile, inclusi i negozi o le “puteche”, che comunque continuavano a operare come esercizi commerciali.