Storia e Tradizione

Aeroporto di Capodichino, perché è stato costruito proprio lì

Scritto da:
Marco Carlino

L’Aeroporto Internazionale di Napoli, noto comunemente come Aeroporto di Capodichino, è oggi un fulcro vitale per la mobilità aerea in Campania. Ma perché esattamente lì?

L’Aeroporto di Capodichino non è solo una struttura moderna di trasporto, ma rappresenta secoli di storia e progresso.

Dalla sua posizione strategica, alla sua evoluzione come centro di mobilità, fino alle sfide ambientali contemporanee, questo aeroporto rimane un punto di riferimento fondamentale per Napoli e per la Campania.

Negli ultimi tempi, la questione del rumore aeroportuale ha suscitato tensioni tra Gesac, società di gestione dello scalo, e l’amministrazione comunale.

Le crescenti preoccupazioni per l’inquinamento acustico, riconosciute dal sindaco di Napoli, risalgono al significativo aumento del traffico aereo recente, che per molti rappresenta una minaccia per la salute dei cittadini.

Tuttavia, Gesac ha sottolineato la regolamentazione del rumore aeroportuale, con particolare riferimento alla Commissione Art.5, un organismo che dal 2003 monitora e controlla la questione.

Infatti, alcune delle misure adottate comprendono la chiusura dello scalo durante le ore notturne e la modifica delle procedure di volo. Queste iniziative hanno portato ad una significativa riduzione delle emissioni di rumore e di CO2.

Nonostante l’aumento del numero di passeggeri negli anni, la strategia commerciale di Gesac si è concentrata sull’adozione di aerei più capienti e eco-compatibili.

Napoli, Aeroporto di Capodichino: storia e tradizione. A chi è stato dedicato e perché

Tornando indietro nel tempo, l’aeroporto di Capodichino a Napoli porta con sé una ricca storia legata al nome. La denominazione deriva dalla collina antica su cui l’aeroporto è costruito, un tempo vista come una porta d’accesso all’entroterra di Napoli.

Questo toponimo ha radici medievali, combinando le parole “Caput Clivii“, che indicano la cima o l’apice della salita verso la città.

Il terreno stesso ha ospitato epoche pionieristiche dell’aviazione. Durante il periodo Borbonico, ad esempio, fu teatro del primo viaggio in mongolfiera pilotato da Marie Sophie Blanchard, considerata la prima aviatrice del mondo.

Quella stessa area, che un tempo era un luogo di esplorazione aerea grazie a mongolfiere, divenne poi sede del primo aeroporto militare nel ‘900, noto come Aeroporto di Campo di Marte.

In onore di Ugo Niutta, un eroe dell’aviazione militare del Regno d’Italia nato a Napoli, l’aeroporto ha assunto il nome completo di Aeroporto Internazionale di Napoli CapodichinoUgo Niutta”.

La memoria di Niutta è ancora viva e presente nei pensieri di chi lo ha conosciuto, nonostante non appaia frequentemente sul materiale ufficiale.

Scritto da:
Marco Carlino