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Arricettare, a Napoli questa parola ha diversi significati

Il termine “arricettare” è molto usato nel dialetto napoletano che com’è sua abitudine gli ha attribuito anche diversi significati a seconda del contesto in cui viene usato.

Si tratta di una parola le cui radici vanno ricercate nel latino, derivando dalla formula “ad receptum“, il cui significato è mettere in ordine o rassettare.

Nella lingua napoletana, questo verbo viene spesso utilizzato in maniera ironica e paradossale. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di quanto il dialetto partenopeo sia il frutto della creatività e del genio del popolo che lo parla.

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I diversi significati di “arricettare”

Arricettare” è un termine che comunemente viene usato per intendere il mettere a posto e in ordine un determinato ambiente. In alcuni casi è inserito in modi di dire come “Arricietta ‘e fierre e va, vattenne!“.

In questo contesto, conservando il suo significato originario, l’espressione indica “prendi le tue cose e vai via“. Tuttavia, l’immagine evocata va oltre. Inizialmente, la locuzione viene utilizzata come un modo brusco di allontanare qualcuno.  Un invito a “levare le tende prima che ti capiti qualcosa di brutto!“.

Il napoletano è una lingua affascinante ma intricata. “Aricettamme e fierre e jammucenne“, pur esprimendo lo stesso concetto, porta con sé un tono di fastidio e rabbia più marcato nel prendere le distanze, mettendo in luce la frustrazione di chi decide di andarsene.

Un’altra frase in cui a volte viene usato è “Chillo s’è arricettato“. In questo modo, in maniera non particolarmente elegante, ci si riferisce allo stato di salute di una persona che ha purtroppo lasciato questo mondo. “Arricettato” significa essenzialmente morto, passato a una vita migliore.

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Questo perché uno dei significati intrinseci della parola è anche riposo, in questo caso purtroppo eterno. In modo meno grave, può essere utilizzato anche per descrivere chi, pur non essendo deceduto, ha subito una brutta caduta o un grave tracollo economico negli affari.