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“Chi nun è bbuono p’’o Rre nun è buono manco p’’a Riggina”, si dice a Napoli

Nel vasto mondo dei proverbi e dei detti popolari, ce ne sono alcuni che sanno condensare saggezza e verità in poche parole.

Un detto napoletano che cattura l’attenzione per la sua franchezza e profondità è “Chi nun è bbuono p’’o Rre nun è buono manco p’’a Riggina,” che può essere tradotto come “Chi non è buono per il re, non è buono neanche per la regina.”

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Cosa significa questo famoso detto napoletano

Questo detto affonda le sue radici in un passato storico, quando la leva militare era una pratica comune. Durante periodi di guerra o conflitti, il re e la regina avevano bisogno di reclutare un gran numero di soldati per difendere il regno.

In un contesto in cui il servizio militare era considerato un dovere, essere ritenuti inadatti alla leva aveva un significato profondo. Chi veniva respinto, spesso, era sospettato di avere problemi fisici o di salute che ne limitavano la capacità di servire. Questo detto riflette il giudizio sociale che si riversava su coloro che venivano scartati.

Essi non godevano di stima né della considerazione della comunità, poiché sembravano non poter contribuire alla difesa del regno. Inoltre, stavano lontani dai pericoli affrontati dai loro commilitoni e, di conseguenza, non venivano considerati altrettanto valorosi.

Altro significato applicato sulla vita in generale

Ma c’è un altro strato di significato in questo detto. Non si riferisce solo al servizio militare, ma può essere applicato alle situazioni della vita in generale. Chi non è ritenuto “adatto” o “buono” per una determinata posizione o compito può essere considerato altrettanto inadatto per qualsiasi altra posizione o compito simile. Quindi, le qualità e le capacità di una persona dovrebbero essere riconosciute indipendentemente dalla situazione specifica.

Chi nun è bbuono p’’o Rre nun è buono manco p’’a Riggina“, detto che ricorda di evitare giudizi affrettati basati su situazioni specifiche e di dare a ciascuno l’opportunità di dimostrare le proprie qualità in modi diversi.

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È un richiamo a trattare gli altri con rispetto e apertura, riconoscendo che ciascuno ha un ruolo e un valore unico nella società.