“Chi vo ‘o male e l’ate…” è l’inizio di un saggio e antico proverbio napoletano sulla cattiveria…
Napoli è una città che abbraccia il suo passato con affetto e riverenza, e questo legame si incarna soprattutto negli anziani.
Questi ultimi sono visti come custodi di saggezza, un tesoro di conoscenza ed esperienza che non trattengono egoisticamente, ma che condividono generosamente con le nuove generazioni. Queste, consapevoli o meno, ascoltano con attenzione, assorbendo le preziose lezioni trasmesse.
I proverbi napoletani, ricchi di saggezza popolare, catturano l’essenza della vita quotidiana a Napoli. Esprimono esperienze, valori e riflessioni con humor e acutezza. Dai colori della città emergono insegnamenti preziosi su famiglia, amicizia e destino. Sono un tesoro di saggezza radicata nella cultura partenopea.
Napoli è intrisa di una componente, carica di significati diversi a seconda delle sensibilità individuali e delle circostanze particolari: il destino, la giustizia divina, un’entità superiore che tutto pervade e guida, il karma.
Questi due elementi spesso si fondono, creando una sinergia tra loro. Gli anziani, attraverso la loro saggezza, spesso anticipano gli eventi, consapevoli di un disegno superiore destinato a svelarsi.
Il significato dell’antico e saggio proverbio Chi vo ‘o male e l’ate ‘o sujo sta areta ‘a porta
Da questa profonda connessione tra esperienza e spiritualità nascono detti e proverbi che sembrano predire il futuro, quasi una sorta di sentenza giusta. Uno di questi è “Chi vo ‘o male e l’ate ‘o sujo sta areta ‘a porta”.
Questa espressione napoletana ha un significato profondo: chi desidera il male per gli altri, alla fine si troverà nella stessa situazione.
Indica che il male che si augura a qualcun altro tornerà inevitabilmente verso chi lo desidera, come una sorta di moderno karma. Il destino riserva a chi nutre cattive intenzioni la stessa sorte che auspicava per gli altri, dimostrando che le azioni hanno conseguenze inevitabili.