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Come viene chiamata l’albicocca a Napoli: tutt’altro termine

Il vocabolario napoletano è una ricca tessitura linguistica che rispecchia secoli di storia, culture e influenze interconnesse. È una lingua viva, plasmata da genti diverse e permeata da una varietà di lingue e dialetti. Questa eclettica mescolanza è evidente nella vastità di termini che identificano oggetti e concetti comuni della quotidianità.

Il napoletano è una lingua che ha radici profonde e una storia affascinante. Le influenze di varie culture, dovute a conquiste straniere nel corso dei secoli, hanno plasmato un linguaggio unico, con regole e fonetica proprie. Molte parole, infatti, assumono una pronuncia e un’origine etimologica del tutto diverse dall’italiano.

Questo crea un universo a parte, dove le cose sono chiamate con nomi che possono sembrare lontani anni luce dalla lingua ufficiale dell’Italia. Ad esempio, la frutta e le verdure seguono questa strada. E c’è un modo molto particolare di dire albicocca in napoletano.

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Come si dice albicocca in napoletano, il buffo nome

La particolarità di questa lingua è radicata nella storia di Napoli, che fin dall’antichità, dai tempi dei greci ai romani, ha sempre giocato un ruolo centrale nel mondo conosciuto. La cultura, compresa quella culinaria, si è mescolata nel corso dei secoli, soprattutto grazie al Regno delle due Sicilie e agli scambi culturali intensi tra il sud profondo e Napoli.

Da questa fusione è nata la lingua napoletana, ora riconosciuta dall’Unesco e protetta per preservarne l’autenticità contro le influenze moderne. Tra i termini che hanno aiutato ad ottenere questo risultato è la parola usata per albicocca, ovvero “cresommola“.

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Questo popolo colto, proveniente dal mondo antico, stabilì le basi dell’odierna Magna Grecia, partendo da Calcide ed Eretria nell’Eubea e fondando Cuma nell’attuale area flegrea.

Da qui nacque Parthenope, la nuova Napoli, secondo la leggenda fondata sul corpo della Sirena. I greci portarono con sé la loro cultura, introducendo anche termini come “cresommola”. La parola deriva dal greco “chrysoun melon“, che significa “frutto d’oro“, a causa del suo colore dorato come se fosse stato baciato dal sole.

Le albicocche crescono ai piedi del Vesuvio, e qui si trovano le più succulente e deliziose. Quando il loro colore arancione si tinge di rosso, sembrano quasi sussurrare “mangiami, grazie al loro sapore dolcissimo che si scioglie in bocca come oro.