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In Campania scoperta una tomba di 2000 anni fa: un “tesoro” di storia arte e cultura

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Redazione WebNapoli24

Nel corso degli scavi preliminari per la realizzazione della Rete Idrica Flegrea, a Giugliano in Campania, è emersa una tomba risalente a 2000 anni fa, in straordinarie condizioni di conservazione.

Durante gli scavi, condotti ad una profondità di 4-5 metri, è stato individuato un muro chiaramente di epoca romana, realizzato in stile opus reticulatum. Tale elemento architettonico ha rivelato l’ingresso a un “arcosolium”, una struttura comune nelle catacombe della zona, caratterizzata dalla volta ad arco.

Tuttavia, sono stati gli affreschi a costituire la vera sorpresa per gli esperti. Uno di questi dipinti raffigura due figure mitologiche complesse: con la testa e il busto di uomini, ma la parte inferiore del corpo con le zampe anteriori di un cavallo e la coda di un serpente marino o di un pesce. Si presume che possano essere ittiocentauri, accompagnati da due putti.

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Tomba di 2000 anni fa scoperta per caso in Campania

Gli ittiocentauri sono una figura ricorrente nell’arte antica, spesso raffigurati mentre cavalcano ninfe. Le loro code arrotolate richiamano la forma dell’ouroboros, il serpente che morde la propria coda, simbolo dell’eternità.

I putti potrebbero rappresentare le anime dei defunti, destinate a rinascere. Le due creature mitologiche reggono uno scudo a rotella, che funge anche da specchio per difendersi da Medusa, la custode degli Inferi.

L’elemento “scudo/specchio” è legato al mito di Perseo, che tagliò la testa di Medusa utilizzandolo per proteggersi dal suo sguardo pietrificante. Sulla parete opposta della struttura, è presente un affresco raffigurante una delle celebri 12 fatiche di Ercole: lo scontro con Cerbero.

In questa scena, Mercurio, guida di Ercole, è rappresentato come testimone della sfida. Questa immagine accompagna i defunti nel Regno dei Morti, in un viaggio privo di creature mostruose, illuminato da Mercurio. Nella tomba è stato rinvenuto un corredo funebre intatto.

Si tratta di una scoperta che potrebbe fornire dati importanti sulla vita e sulle credenze dei defunti, oltre che sull’epoca in cui vissero.

L’area in cui è stato fatto il ritrovamento è stata occupata dagli Oschi nel’Età del Ferro. Poi cadde sotto il dominio dei Romani, diventando la città di Liternum. Quest’ultima era famosa per la sua vicinanza a Pozzuoli, uno dei principali porti dell’Impero. La sua posizione strategica sul mare la rendeva un nodo cruciale per il trasporto di merci provenienti da tutto l’Impero.

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Una delle caratteristiche più note di Liternum era il suo anfiteatro, costruito nel II secolo d.C., con una capacità di circa 4.000 spettatori. Questo ospitava una varietà di eventi, tra cui combattimenti tra gladiatori e spettacoli teatrali.

Liternum è anche nota per essere diventata la residenza del generale romano Gaio Giulio Cesare dopo il suo ritiro dalla politica. Cesare trascorse gli ultimi anni della sua vita nella tranquillità di questa zona, dedicandosi agli studi e all’agricoltura.

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