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Lazzarià’, cosa significa a Napoli questo termine biblico

Il termine Lazzarià’ a Napoli è un verbo che trae origine, com’è facilmente intuibile, da un personaggio della Bibbia. Parliamo di Lazzaro, da cui la celebre frase anche, spesso, di uso comune “Lazzaro, alzati e cammina”.

Nel libro sacro infatti c’è la Resurrezione da parte di Gesù di questa persona, fratello di Marta e Maria di Betania. Ma cosa vuol dire in napoletano il verbo lazzarià’?

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Il significato del verbo lazzarià’ a Napoli

Lazzarià’ non vuol dire altro che ferire ripetutamente e con violenza, infatti “lazzariato” vuol dire malridotto.

Dal punto di vista etimologico, “lazzarià” è un derivato dal nome proprio Lazzaro, come detto, figura biblica il cui nome originale in ebraico era Eleazaro, che significa “Colui che è assistito da Dio”. Infatti Lazzaro è anche il protagonista di una parabola raccontata da Gesù, quella del ricco epulone e del povero mendicante lebbroso.

Questa parabola, presente solo nel Vangelo di san Luca (16, 19-31), è l’unica in cui un personaggio di fantasia sia stato dotato di un nome, appunto Lazzaro.

Come è successo per altri personaggi minori nei racconti evangelici, i quali in seguito nella tradizione cristiana hanno ricevuto culto e un ricordo duraturo, attribuendo loro il titolo di santo, anche per Lazzaro, pur essendo un personaggio di fantasia, si è sviluppata nel corso del tempo una devozione come se fosse stato una figura realmente esistente.

Questa figura però non è da confondere con Lazzaro di Betania, il quale, come detto, fu resuscitato da Gesù.

Il lazzaro a Napoli è anche il mendicante, nel napoletano infatti i poveri venivano chiamati appunto “lazzari”. Con tale accezione questo termine deriva dallo spagnolo ed è frutto della dominazione iberica.

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Ai partenopei la parola lazzari però fa venire in mente anche la nota canzone dell’indimenticato uomo in blues, Pino Daniele, con la sua “Lazzari felici, gente ca nun trova cchiù pace”…