Storia e Tradizione

A Napoli esiste il giorno della “ammuina”: ecco quando si celebra

Scritto da:
Federica Massari

A Napoli con l’espressione “ammuina” ci si riferisce al chiasso, alla confusione. Questo termine (e più precisamente la frase facite ammuina: fate chiasso) è nato da un decreto della Real Marina che probabilmente però sarebbe un falso storico o un semplice scherzo dei cadetti dell’odierna Accademia militare della Nunziatella.

Il motivo potrebbe essere stato voler screditare la Real Marina Borbonica, creando appositamente un documento fittizio. Ma questa è solo una delle tante teorie. Nella città partenopea c’è un giorno dedicato proprio l’ammuina.

Il giorno in cui si festeggia l’ammuina

Mai come quest’anno il giorno in cui si celebra l’ammuina è stato festeggiato a dovere. Infatti il 4 maggio 2023 il Napoli ha vinto il suo terzo scudetto. La data del pareggio a Udine dei partenopei per 1-1 con rete di Victor Osimhen ha coinciso proprio con il giorno dell’ammuina.

Tra i napoletani si dice “O quatto ‘e Maggio” per indicare un grande caos. Originariamente, questa giornata segnava il momento dei traslochi.

In epoca romana, si dedicava un mese specifico agli sfratti e ai traslochi per evitare il caos quotidiano in cui le famiglie si spostavano costantemente in cerca di una nuova dimora.

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A Napoli, l’originaria data degli “sfratti” era il 10 agosto. Ma questo periodo era troppo caloroso per effettuare i traslochi. Tale giorno quindi fu spostato al 1° maggio.

Tuttavia, nel 1587, il viceré don Juan de Zuniga, consapevole delle festività dedicate ai santi Filippo e Giacomo che cadevano proprio il primo di questo mese, decise di spostare la giornata dei traslochi al 4 maggio. La tradizionale processione religiosa dei napoletani veniva così risparmiata.

Curiosamente, questa scelta si intrecciò con le scadenze trimestrali del canone di locazione, dovuto il 4 gennaio, il 4 maggio e il 4 settembre. Così, il 4 maggio divenne il giorno del grande trasloco di massa, una vera e propria “ammuina” con numerosi cittadini alla ricerca di una nuova abitazione.

La particolare atmosfera del 4 maggio è stata persino immortalata nel teatro napoletano con l’opera di Diego Petriccione, “‘O Quattro ‘e maggio” (1907), che successivamente è stata trasposta in una versione cinematografica intitolata “Non mi muovo!” del 1943, interpretata dai celebri fratelli Eduardo, Peppino e Titina De Filippo.

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Questa tradizione è ancor oggi raffigurata anche nei presepi napoletani, con la presenza simbolica di carretti.

Scritto da:
Federica Massari