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A Napoli somministrato il vaccino anti cancro al primo paziente d’Italia

Arriva un importante notizia in ambito medico che potrebbe rivoluzionare le terapie destinate al reparto oncologico. Proprio questa svolta vede come protagonista Napoli, nella quale questa mattina all’ospedale Pascale è stato somministrato il vaccino contro il cancro per la cura del melanoma al primo paziente d’Italia.

Si tratta di un vaccino che si trova nella fase III e che è stato somministrato a un paziente originario di Castrovilli, una volta che si passerà questa fase nei migliori dei modi il vaccino potrà essere autorizzato.

Vaccino anti cancro, ecco chi è il primo paziente

Il vaccino anti cancro potrebbe essere una svolta importantissima nel campo oncologico, il quale è stato somministrato per la prima volta in Italia nell’ospedale di Napoli. Il paziente che si è sottoposto al vaccino si chiama Alfredo De Renzis, 71enne di Carovilli (provincia di Isernia), medico di base il quale è sposato e ha con due figli.

Due anni fa ha però scoperto di avere un melanoma nascosto da una neoformazione cutanea, allora si è trasferito a Napoli per le cure del dottor Paolo Ascierto, primo al mondo per la cura del melanoma.

Lo scorso novembre, per la scomparsa di metastasi linfonodali inguinali, il paziente è stato operato da Corrado Caracò, per poi sottoporsi al trattamento con Pembrolizumab nell’ambito dello studio V904. Dopodiché gli è stato proposto il progetto della somministrazione del vaccino anti cancro a mRNa di Modena per la terza fase, il quale ha accettato da uomo coraggioso.

Il commento del dottor Ascierto

Il dottor Ascierto è intervenuto al riguardo, dichiarando: “Bisognerà attenderequalche anno prima di avere i risultati di questa ultima fase dello studio clinico. La nostra speranza è quella di poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili, per tale motivo oggi è un grande giorno”.

“Si tratta di un vaccino realizzato sulla base della stessa tecnologia adottata per quelli contro il covid, ovvero utilizzando mRNA sintetici progettati per istruire il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamate neoantigeni, che sono espressione di mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate”.

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“Il suo scopo non è quello di prevenire la malattia ma di aiutare e supportare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e ad attaccare più efficacemente il tumore. Sicuramente, essendo una sperimentazione a doppio cieco potremmo trovarci di fronte ad una dose di placebo. Secondo protocollo, infatti, né il paziente né l’oncologo sanno cosa gli è stato iniettato. Lo sapremo alla fine della sperimentazione”.

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A seguito di questa prima somministrazione, il Pascale ha avviato operazioni di screening su altri 18 pazienti. Ma oltre ai dati raccolti in Italia, nel mondo ci dovrebbero essere oltre 40 vaccini anti cancro a mRNA.