Ospedale Betania, come è nato e chi l’ha costruito: la storia della clinica di Ponticelli

L’evoluzione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania è una testimonianza vivente della solidarietà e del sacrificio che hanno plasmato la Napoli del dopoguerra. Questa storia è strettamente intrecciata con la figura straordinaria del dottor Teofilo Santi, un medico evangelico la cui visione ha trasformato la vita di migliaia di napoletani.

Tale specialista proveniva da una famiglia pastorale che dal 1905 gestiva la “Casa Materna“, una casa per orfani. Nel 1933, si laureò in medicina e nutrì il sogno di dedicare la sua professione a una missione in Africa. Tuttavia, il destino aveva altri piani.

La storia di Villa Betania, uno dei principali ospedali di Napoli

Nell’inverno 1944-45, Napoli era una città devastata dalla fame e dai bombardamenti, con decine di migliaia di persone rifugiate nelle grotte circostanti. Fu durante questo periodo che il dottor Santi incontrò una madre disperata con un bambino malnutrito e malato, provenienti dalle grotte di Capodimonte. Quel momento segnò una svolta nella sua vita: si rese conto che la sua missione doveva essere tra il suo popolo.

Il dottor Santi si impegnò pertanto a sensibilizzare la comunità evangelica napoletana sulla situazione e chiese il loro sostegno. Le chiese evangeliche, già attive nell’opera sociale, risposero all’appello con entusiasmo. Giovani volontari si unirono al medico nelle sue visite settimanali alle grotte, mentre le comunità raccoglievano fondi per sostenere questa causa umanitaria.

Nel 1946, nacque il Comitato Promotore, formato dalle Chiese Evangeliche di Napoli. L’obiettivo era la costruzione di un ospedale evangelico in uno dei quartieri più poveri di Napoli: Ponticelli. Questo quartiere era privo di qualsiasi struttura sanitaria e sociale.

Grazie alla generosità delle Chiese sorelle in Europa e negli Stati Uniti, il terreno venne acquistato nel 1962, e il 20 ottobre 1968 l’Ospedale Evangelico Villa Betania fu inaugurato. Aveva 86 posti letto, pochi reparti e servizi essenziali, ma rappresentava un faro di speranza per la comunità locale, con circa 60 dipendenti devoti.

Oggi, la gestione dell’ospedale è ancora nelle mani del Comitato Promotore del 1946 e delle Chiese (Avventista, Battista, Valdese, Apostolica, Metodista, Luterana, Esercito della Salvezza) che costituiscono l’Assemblea. Questo gruppo continua a dirigere l’ospedale, stabilendo le direzioni generali e approvando i bilanci, mantenendo viva la missione di Teofilo Santi di servire il proprio popolo con compassione e dedizione.