Presepe napoletano: cos’è la mirra, donata dai Re Magi insieme a oro e incenso

Uno dei simboli del presepe napoletano, famoso in tutto il mondo soprattutto per la magia di San Gregorio Armeno, è quello dei Re Magi. Che proprio nel giorno dell’Epifania arrivano nella grotta di Betlemme per portare dei doni a Gesù.

Parliamo di MelchiorreBaldassarre Gaspare che hanno donato al neonato Gesù oro incenso e mirra. In tanti si chiedono proprio cosa sia la mirra e a cosa serve. Andiamo a scoprirlo partendo dal motivo della sua importanza nell’antichità.

Partiamo col dire che la mirra è una resina che si caratterizza per un gusto amaro e una gamma cromatica mutevole, che spazia dal giallognolo al bruno-rossastro, è un prodotto aromatico proveniente dalla secrezione di alcune piante appartenenti al genere Commiphora.

Questa preziosa sostanza è principalmente prodotta da due specie di piante: Commiphora myrrha e Commiphora erythraea. Queste piante prosperano principalmente in regioni dell’Africa orientale, del Vicino Oriente e del Medio Oriente, compresi Stati come l’Arabia Saudita, l’Etiopia e la Somalia, e fanno parte della stessa famiglia degli alberi dell’incenso, ossia i Burseraceae.

Cos’è la mirra e perché in antichità era considerata preziosa

L’essenza di mirra emerge dalla corteccia degli alberi quando questa si frattura in modo naturale o viene appositamente incisa. Successivamente, questa essenza gradualmente si solidifica, formando grumi irregolari che vengono raccolti e sottoposti a processi di lavorazione. Insomma, una sostanza ancora oggi preziosa anche se poco utilizzata.

In tempi antichi, la mirra costituiva una merce pregiata e rara, sebbene oggi ne abbia ridotto il suo valore. I suoi usi primari erano legati ai settori della cosmesi e della profumeria, sia nell’ambito civile che religioso.

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La mirra veniva impiegata nella produzione di profumi, oli, cosmetici e medicinali, in virtù delle sue lievi proprietà antisettiche, astringenti e carminative. Talvolta veniva mescolata al vino e trovava applicazione anche nelle cerimonie di inumazione e imbalsamazione dei defunti. Il suo utilizzo era molto vasto a differenza di quanto accade oggi.

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Oltre al suo valore pratico, la tradizione cristiana narra che la mirra sia stata donata simbolicamente a Gesù dai Re Magi. Tra i molteplici significati attribuiti a questo gesto, spiccano l’unzione di Cristo e la prefigurazione del sacrificio di Gesù per espiare i peccati dell’umanità.