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La prima tangenziale a Napoli è stata costruita dai Borbone: la storia

Napoli è stata una pioniera nel sviluppo di strade tangenziali al centro cittadino. La strada carrozzabile di Toledo, commissionata nel 1536 dal viceré Don Pedro de Toledo, fu considerata la prima di queste.

Aveva lo scopo di collegare la vecchia città alla nuova residenza vicereale. Questa strada, che passava sopra il Chiavicone (una fogna ad alveo aperto), divenne una vera via urbana quando il Viceré fece costruire i nuovi quartieri dei militari spagnoli sul declivio della collina di San Martino.

Tre secoli dopo, nel 1853, Ferdinando II di Borbone si concentrò su una zona a monte dei “quartieri spagnoli”, dove alcuni edifici religiosi erano stati espropriati nel periodo napoleonico. Incaricò l’architetto urbanista Errico Alvino di progettare un asse viario veloce.

Questo asse avrebbe collegato l’estremità orientale di Napoli a quella occidentale, alleviando il traffico di carrozze a Toledo e nel resto del centro.

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La storia della tangenziale di Napoli

Il primo tratto, dal Santuario della Madonna di Piedigrotta di Mergellina al complesso monastico di Suor Orsola Benincasa, fu completato in circa un mese e mezzo. Ferdinando II ribattezzò la tangenziale in onore della regina Maria Teresa, e con un lungimirante decreto reale, vietò la costruzione sul lato panoramico per preservare la vista del golfo, del Vesuvio e della città bassa.

Il secondo tratto, da Suor Orsola Benincasa all’attuale via Salvator Rosa, fu completato nel 1873. Il terzo tratto, dall’Infrascata alla strada per Capodimonte, fu cancellato, insieme a tutto lo sviluppo dell’area di Materdei.

Un secolo dopo, durante l’era delle automobili, fu costruita la Tangenziale di Napoli, la prima vera autostrada urbana d’Italia. Questo progetto privato fu finanziato da IRI, Sme e Banco di Napoli. La costruzione ed il funzionamento furono affidati alla Infrasud S.p.A. del gruppo Iri-Italsat.

L’infrastruttura, oggi nota come Autostrada A56, è lunga 21 km e collega Casoria a Pozzuoli, passando per le colline di Capodimonte, dei Camaldoli e del Vomero. Nonostante l’originario pedaggio sia stato ampiamente ammortizzato, i costi di transito sono ancora in vigore, causando congestioni del traffico, specialmente nelle ore di punta.

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La Tangenziale di Napoli, ora di proprietà di Atlantia, è presieduta da Paolo Cirino Pomicino. Nonostante la manutenzione costante e gli elevati standard di sicurezza, il pedaggio rimane un punto di contesa tra automobilisti e autorità locali.